Rabdomante di storie

In alcuni momenti della vita quotidiana si possono avvertire sensazioni di insofferenza o di inquietudine che stimolano la ricerca di qualcosa, ma senza averne una percezione chiara. Un modo per trarre spunti utili, alla comprensione di quanto interiormente stia accadendo, può essere quello di uscire da casa e recarsi in libreria. È proprio all’interno di una libreria che mi si è palesata la figura del rabdomante, cioè colui che in passato, con una particolare bacchetta “magica” a forma di Y, individuava falde acquifere. In una libreria, ovviamente, non si cerca acqua sorgiva, ma, sicuramente, si cercano storie che possano assomigliare alla propria, che producano conforto e condivisione emotiva con chi ha creato quel racconto. Nell’epoca in cui il web fornisce un utile servizio di librerie virtuali con titoli di libri, trovabili e introvabili, che comodamente sono recapitati presso la propria abitazione, si nasconde il rischio di impigrirsi affidandosi a una scelta un po’ superficiale.
Tra l’altro, non sempre si ha idea precisa del libro da leggere, di conseguenza è utile recarsi in una libreria reale, munirsi, metaforicamente, della bacchetta del rabdomante per lasciarsi guidare dall’intuizione, funzione psicologica che spesso aiuta ad andare oltre il metodo razionale del pensiero e individuare ciò che è giusto per sé in quel momento. Interessante è annusare le storie, toccarle, sfogliarle, lasciando che qualche parola colpisca l’immaginazione e si insinui negli interstizi della memoria. I libri, oltre a essere compagni silenziosi, sono una fonte cui attingere acqua per dissetare la mente, per far sgorgare immagini e fantasie, per immergersi nella storia e vivere una realtà che, per un tempo minimo, rapisce dalla quotidianità, spesso monotona e inquieta. Allora, perché non sentirsi un po’ magici e lasciarsi guidare nella scelta di un libro dalla bacchetta rabdomantica?
Sira Sebastianelli
psicologa-psicoterapeuta
www.sirasebastianelli.it