Gli anziani e il cuore del paese.

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In questo brutto periodo di pandemia, quante volte abbiamo sentito parlare degli anziani, per altro sempre riferendosi agli over 65, vecchia barriera che da sempre è l’indicatore della pensione. Anzi,includendo nella categoria anche sessantenni come Fiorello, obiettivamente, la cui immagine stride molto con quella di un over che è meglio che non esca e stia a casa. Gli anziani dunque sono stati indicati come gli ‘untori’ nel senso di persone più fragili che facilmente sarebbero state vittime del Covid 19 e, in qualche modo, lo avrebbero diffuso. Questa cultura dello scarto gira già da molto tempo e ben prima della pandemia. Tra chi l’ha apertamente condannata c’è Papa Francesco che più volte è tornato su questo tema.

Già nel 2015 se non mi sbaglio, Papa Francesco aveva detto:

“…uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la “cultura dello scarto…La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora – come il nascituro –, o non serve più – come l’anziano.” E in questo periodo per gli anziani ospiti nelle RSA cioè nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, è stata una strage per mancanza di un’organizzazione che doveva essere attivata immediatamente per proteggere i più deboli mentre è prevalso l’abbandono e in tanti sono morti in assoluta solitudine senza nemmeno il saluto di un figlio magari  soltantoal di là a un vetro. Vorrei qui sottolineare che le RSAaccolgono anziani non autosufficienti che “necessitano di assistenza medica, infermieristica o riabilitativa, generica o specializzata.”

Ma è successo perfino che quando gli ospedali non avevano più posti, sono state mandate in queste strutture persone affette da Corona virus in forma lieve che, ovviamente, hanno infettato gli ospiti in gran parte privi di difese immunitarie facendo delle vere e proprie stragi. Mi chiedo ancora come ciò sia stato possibile e se ci siano delle responsabilità perseguibili. Ma forse, semplicemente, a quegli anziani,a quegli ‘scarti’ si poteva rinunciare.Quanta disumanità in tutto ciò!

Giangiacomo Schiavi,editorialista del Corriere della Sera, ha scritto una serie di articoli commoventi sui tanti anziani portati via dal virus. L’ha chiamata “generazione sparita”: la piccola grande Italia si ritrova orfana di vite e di storie: con il coronavirus una generazione di anziani se ne va, muta, silenziosa, senza rintocchi di campane. …”

 

 

 

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