IL TELAIO MAGICO, di Giulio Maira

Questo il titolo del libro del prof. Giulio Maira che è uno dei massimi chirurghi italiani del cervello a livello internazionale. Il prof Maira ha insegnato all’Università Cattolica del Sacro Cuore del Policlinico Gemelli di Roma e adesso all’Istituto Humanitas di Milano. Moltissime le sue pubblicazioni scientifiche, i suoi libri, i premi e i riconoscimenti. La mia stima per lui è tale che mi ci è voluto un po’ di tempo prima di trovare il coraggio di scrivere su “Il Telaio Magico” come ha chiamato questo incredibile organo che è il cervello. Per raccontarcelo il prof. Maira parte da una citazione di un famoso neurofisico inglese del secolo scorso, Sir Charles Sherrington, Premio Nobel della Medicina che“paragonava il cervello a un telaio incantato, capace di creare per noi una realtà straordinaria, una realtà permeata di bellezza, in cui arte e cultura hanno un ruolo fondamentale.”
E Maira parte da una delle manifestazioni del cervello più elevate, l’arte e ricorda gli affreschi della Cappella Sistina, capolavoro di Michelangelo invitandoci a vedere come la Creazione di Adamo sembra riprodurre l’immagine delcervello umano rappresentato come una nuvola che avvolge Dio, come se Dio avesse voluto trasferire all’uomo il cervello e quindi le sue capacità cognitive. Cercate su Google e vedrete che è vero: quella nuvola sembra proprio il nostro cervello. Confesso che io l’ho fatto.
Ma non solo l’arte e la bellezza di cui noi siamo circondati insieme all’armonia della natura fanno bene al cervello. Il prof. Maira, scova un esempio sorprendente: anche le equazioni matematiche ritenute belle da una serie di scienziati, attivano una parte specifica del cervello emozionale come ha dimostratoSemir Zeki, il fondatore della neuroestetica, e cioè una parte della corteccia orbito frontale mediale, la stessa che accende la grande pittura e la grande musica.
Quasi con amore Maira ci descrive l’anatomia del cervello e ci parla di meravigliose fibre neurali che gli ricordano “un paesaggio innevato sotto la luna…o un magnifico bouquet formato da quelle cellule del cervelletto dalle quali dipende la nostra capacità di agire in modo coordinato o altre bellissime immagini delle fragili cellule dell’ippocampo….”
La vista, il cervello, la mente, tutto è collegato. Ma non potendo raccontare tutto il libro, vorrei però ricordare: il capitolo sull’intelligenza artificiale.
John McCarthy, fu il pioniere di questa tecnologia e l’UNESCO , ci ricorda Maira, definisce l’AI come ”ogni sistema che processa dati in una modalità che simula la cognizione umana.” Praticamente gli scienziati hanno cercato di costruire una macchina che riuscisse a competere e magari superare il funzionamento del cervello umano. Dice il prof. Maira: “Secondo molti, il futuro, o almeno il futuro più prossimo, vedrà un adattamento reciproco in cui l’uomo si relazionerà a modelli di AI sempre sempre più avanzati, ma in cui le tecnologie, benchè straordinarie, dovranno seguire scelte e strategie lasciate nelle mani dell’uomo, perché l’AI non solo non è un organismo estraneo al cervelloumano, ma questo, per ancora molto tempo, sarà punto di partenza di ogni forma del sapere possibile.”
Bellisssima la dedica del libro alla moglie: “A Carla Vittoria, la cui presenza dà senso a tutto.”