Le straordinarie opportunità offerte dalla medicina oncologica di precisione

Nei giorni scorsi Roma ha ospitato l’Italian Summit On Precision Medicine - Presidenti del summit, il prof. Giuseppe Curigliano, Università di Milano e Istituto Europeo di Oncologia, ed il prof. Paolo Marchetti , presidente FMP e professore ordinario di Oncologia Sapienza Università degli Studi di Roma.
Il summit organizzato da FMP (Fondazione per la Medicina Personalizzata) ha riunito a Roma i maggiori key-opinion leaders italiani ed internazionali. Profilazione molecolare, biopsia liquida, profilazione immunologica, ultimi trattamenti personalizzati, nuovi target, nuove combinazioni, utilizzo di nuovi disegni di studi clinici in grado di rispondere alle recenti esigenze oncologiche di precisione, questi gli argomenti su cui si sono confrontati gli esperti che hanno focalizzato le possibilità offerte dalle nuove tecnologie del panorama scientifico internazionale.
“L’approccio genomico alle malattie oncologiche implementerà la medicina di precisione nella diagnosi, cura e prevenzione dei tumori. Tale approccio, come sottolineato da analisi di sostenibilità economica, consentirà di personalizzare i trattamenti e di risparmiare risorse economiche. La sinergia tra ricerca di base, clinica, enti regolatori e pazienti sarà la chiave per implementare tale approccio nel nostro paese”, conclude Curigliano.
Il prof Marchetti ha sottolineato: “La straordinaria opportunità offerta ai pazienti dall’oncologia di precisione non richiede solamente la capacità di ricercare all’interno delle cellule tumorali eventuali alterazioni specifiche a cui associare un farmaco. Richiede gruppi multidisciplinari con il patologo, il genetista, il biologo molecolare oltre all’oncologo, al chirurgo e al radioterapista, che sappiano identificare in presenza di molte variabili quale sia il trattamento migliore per il singolo paziente in quel momento. Oncologia di precisione significa anche utilizzare esami sempre più avanzati in grado di riconoscere centinaia o migliaia di alterazioni da biopsie solide o dal prelievo di sangue per capire anche alcuni meccanismi di resistenza. Per realizzare tutto questo è indispensabile affiancare alla disponibilità dei test genomici e dei farmaci anche nuovi percorsi organizzativi. Non deve essere il paziente o la sua famiglia a capire se queste metodologie sono utili per un determinato paziente, ma il gruppo multidisciplinare che ha in carico il paziente all’interno della Rete oncologica regionale. Purtroppo in molte (troppe!) Regioni non sono ancora funzionanti le Reti oncologiche, con la conseguente inaccettabile disparità di accesso a questi percorsi nel nostro Paese”
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