Zattera

Negli ultimi due anni è prevalsa la sensazione di procedere navigando a vista, seguendo la corrente e il moto ondoso pandemico. Oggi, mentre si intravedeva la terra ferma è arrivata una nuova pugnace tempesta ed eccoci di nuovo spinti verso il largo su una zattera, come naufraghi. Gli over e le over provati da anni di navigazione incerta, mai avrebbero pensato di ritrovarsi ancora in mare aperto. Non a caso uso termini legati al linguaggio del mare, perché quando si naviga non sempre ci si può affidare al vento, quindi si ricorre alla cosiddetta seconda navigazione. La seconda navigazione consiste nel procedere con una imbarcazione con i remi! È un procedere in mare orientando la rotta, per osservare dove meglio approdare avanzando con cautela, ma anche con più fatica.
Ecco, forse in questo momento la percezione più diffusa da un punto di vista psicologico è la fatica di dover resistere ancora, per sentirsi completamente al sicuro nel porto della propria esistenza. I remi che affondano nell’acqua e spingono verso luoghi protetti sono quanto di più utile per non sentirsi trascinati da eventi incomprensibili, senza sapere dove portano. La zattera, metafora salvifica del naufrago, è il mezzo con cui attraversare il mare della vita, nella consapevolezza che l’essere umano è dotato di risorse impensabili, che si attivano proprio quando è necessario….remare!
Sira Sebastianelli
psicologa-psicoterapeuta
www.sirasebastianelli.it